
Povertà, emergenza diffusa: analisi dei dati e azioni di contrasto nella nostra regione
Si è svolto, venerdì 20 giugno presso la parrocchia S. Maria Madre della Chiesa Maddaloni, un incontro organizzato dalla Caritas diocesana, dall’associazione cittadinanza attiva di Marcianise-Maddaloni e dal Garante dei diritti delle persone con disabilità presso la regione Campania. Tema dell’incontro: “Povertà, emergenza diffusa: analisi dei dati e azioni di contrasto”.
Ne hanno discusso il dott. Ciro Grassini, sociologo, coordinatore dossier povertà Caritas Campania, l’avv. Paolo Colombo, Garante dei diritti delle persone con disabilità e don Antimo Vigliotta, Direttore della Caritas diocesana di Caserta. Ha coordinato l’incontro Antonella Negri, coordinatrice dell’Assemblea territoriale di Cittadinanza attiva.
In attesa di analizzare quelli elaborati dalla Caritas per il 2024, che sicuramente, dato l’andamento di questi ultimi anni, non potranno diversificarsi molto, l dott. Grassini ha nalizzato i dati relativi al 2023, che presentano per la nostra regione un quadro decisamente molto preoccupante.
Partendo dal campo dell’istruzione e formazione, bisogna dire che in Italia i giovani di 25-34 anni che sono in possesso di una laurea o di un titolo di studio terziario, sono il 30,6 %, in Campania il 26,6%.
Le persone tra i 16 e 74 anni che, in Campania usando Internet hanno competenze di base, sono 32,5 % rispetto al 45,9% del resto dell’Italia. I bambini di 0-2 anni che hanno usufruito di servizi comunali per l’infanzia, in Campania sono il 17,5 % rispetto al 31,7 % del resto dell’Italia.
Rispetto al mercato del lavoro le distanze tra il sud e il resto del paese sono enormi. Tra le regioni italiane il dato più esiguo è proprio quello della Campania: 44,4% rispetto al resto dell’Italia che è al 61,5% e a questo dato è necessario aggiungere che il 16,5 % dei lavoratori è irregolare: lavoro “nero” o “grigio”. Significative sono anche all’interno della regione, le differenze tra le provincie: tra un maschio avellinese e una donna napoletana c’è una differenza di 35, 4 punti (63,4%-28,0%)
Passando poi alla salute, l’aspettativa di vita in Campania è molto più bassa rispetto al resto del paese (1,7 anni in meno), infatti il valore minimo della speranza di vita nel resto dell’Italia è di 81,1 anni per i maschi e 85,2 anni per le femmine, in Campania di 79,4 e 81,6.
La mortalità evitabile, perché riferita a decessi che potrebbero essere ridotti grazie alla diffusione di stili di vita più salutari e alla diminuzione di fattori di rischio ambientali e comportamentali nonché grazie a un’assistenza sanitaria adeguata ed accessibile è del 25% in Campania rispetto al 19,2 % del resto d’Italia.
L’indice di salute mentale poi, 66,8% è il peggiore a livello nazionale che si stabilizza al 68,7 %.
Passando infine ai dati relativi alla povertà, l’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si mantiene più alta in tutto il Mezzogiorno. In maggiore difficoltà le famiglie con maggior numero di componenti e minore istruzione. Secondo l’’Eurostat nel 2023 il 21,4 % della popolazione dell’UE è considerato a rischio povertà o di esclusione sociale. Il Sud Italia è tra le aree dell’Unione europea con i valori più elevati.
Sono stati analizzati infine i dati raccolti dai Centri di ascolto delle Caritas diocesane.
Le persone transitate nei Centri di ascolto della rete Campana sono state in totale 15.411. Nella maggioranza dei casi rappresentavano interi nuclei familiari, pertanto nel complesso hanno ricevuto direttamente o indirettamente aiuto oltre 40.000 persone. La presenza presso i CdA della Campania, aumentata nel periodo Covid, e poi diminuita subito dopo, è negli ultimi anni tornata ad aumentare (8.173 persone nel 2019; 15411 nel 2023). Mentre a livello nazionale nella povertà prevale la componente straniera, la povertà in Campania è principalmente autoctona, aumentando sempre più nel tempo.
La predominanza della componente femminile è una costante nei centri di ascolto della Campania. Numerosi studi hanno dimostrato che le ragioni di tale fenomeno sono soprattutto culturali, riferendosi alla natura femminile che continua ad occuparsi dell’accudimento familiare, anche se i dati occupazionali mostrano significative differenze di genere.
Il 66,1 % delle persone incontrate nei CdA rientra nella fascia d’età tra i 35 e i 64 anni, nonostante questa rappresenti la striscia di popolazione che dovrebbe essere in piena attività lavorativa e quindi meno bisognosa dell’aiuto caritatevole. La maggioranza delle persone ascoltate sono disoccupate (38% ), ma a queste bisogna aggiungere il dato di coloro che dichiarano di avere un lavoro nero o irregolare (17,3%). La maggioranza vive in famiglia, il che fa pensare che questa non sia una povertà legata particolarmente alla solitudine.
I principali bisogni emersi negli ascolti sono stati relativi alla Povertà economica (36,8%), Occupazione (20,4%), Salute (15,1%), Problemi abitativi (,7%), Bisogni di migrazione (6,2%), Problemi familiari (6%).
Lo studio di queste problematiche è stato condotto anche dalla Caritas della diocesi di Caserta, in collaborazione con l’Università L. Vanvitelli che, come ha illustrato il direttore della Caritas don Antimo Vigliotta, alla luce delle risultanze ha elaborato la propria azione nei confronti delle povertà riscontrate, ben sapendo che dietro quei dati ci sono storie, ferite, persone da accompagnare. Anche le risultanze di questa indagine ha indicato che la maggior parte dei richiedenti sono italiani, la cui fascia di età va dai 35 ai 60 anni e che le povertà riscontrate sono quelle già indicate e che sono venute maggiormente alla luce dopo la pandemia Covid. Si è quindi iniziata una lotta al sovraindebitamento grazie alla collaborazione dell’ordine dei commercialisti, sono state aperte nuove mense, integrate anche con il servizio della colazione, in cui si trovato un valido impiego coloro che sono stati ammessi alle prove alternative dei servizi sociali, sono stati aperti centri di ascolto presso quasi tutte le parrocchie della diocesi, è stato dato un maggiore impulso allo sportello lavoro, riuscendo ad offrire lavori con contratti regolari, e a quello sanitario e, mettendo il pratica la fantasia della carità predicata da papa Francesco, sono nati infine degli sportelli dedicati alla donna. La strada però è molto lunga
L’incontro si è concluso con delle riflessioni sulla situazione delle persone “fragili tra i fragili”, i portatori di handicap che non aiutati dal sistema pubblico vengono a pesare su queste famiglie già socialmente deboli .
Rosaria Monaco
Il Poliedro, giugno 2025
