Responsabile (Sergio Ferrajolo)

Nella definizione contenuta nella nota pastorale "La Chiesa in Italia dopo Loreto" (1985), l'Osservatorio delle povertà è uno strumento a disposizione della Chiesa locale, per aiutare la comunità cristiana a rilevare sistematicamente le situazioni di povertà, di disagio ed emarginazione presenti sul territorio e le loro dinamiche di sviluppo, comunicando e rivolgendosi all'opinione pubblica e alla comunità ecclesiale, favorendo la messa in rete e il coinvolgimento dei diversi attori sociali impegnati sul territorio. L'Osservatorio deve inoltre verificare ed approfondire l'utilizzo delle risorse e stimolare eventuali proposte di intervento.
Sulla base di questa definizione, il compito dell'Osservatorio è quello di studiare l'evoluzione dei bisogni e delle risorse, in modo qualificato e sistematico, prestando particolare attenzione alle dinamiche qualitative dei bisogni, delle povertà e delle risposte, che maturano all'interno della comunità cristiana e civile. La proposta culturale della Chiesa italiana è tanto più efficace, quanto più è qualificata e puntuale la lettura dei fenomeni sociali, alla luce della prassi evangelica.

In questo senso, l'Osservatorio si presenta come uno strumento privilegiato, per fornire alla comunità ecclesiale adeguati elementi di riflessione, per verificare il proprio modo di essere Chiesa, per valutare la propria presenza nel servizio ai poveri. Tuttavia, l'intuizione della Chiesa italiana, riguardo alla costituzione di un Osservatorio delle povertà, si presenta come un'indicazione di principio, cui la Chiesa locale deve dare concretezza di realizzazione.

In altre parole, l'Osservatorio non nasce già ben formato in tutte le sue parti e non può essere considerato come uno strumento totalmente determinato e definitivo. L'Osservatorio, essendo uno strumento "storico", è anche uno strumento "relativo", non definibile inizialmente in tutti i suoi dettagli. Esso va pensato e adattato alle situazioni concrete, che variano a seconda delle caratteristiche e delle risorse delle diverse diocesi. Si tratta, quindi, di uno strumento duttile e agile, che va continuamente aggiornato, tenendo conto della propria collocazione nella comunità ecclesiale e civile.

Creare e aggiornare la mappa dei servizi pubblici e privati esistenti sul territorio diocesano.

 

Analizzare i fenomeni, determinarne la rilevanza, le cause e le possibili soluzioni.

 

Fornire strumenti di conoscenza delle risorse e di valutazione sulla qualità dei servizi in rapporto alle caratteristiche dei bisogni.

 

Fornire il quadro della legislazione sociale esistente (leggi nazionali e regionali, delibere comunali, ecc.) e di quella in fase di elaborazione.

 

Conoscere il territorio di riferimento, dal punto di vista sociale, economico, culturale, demografico, ecc.

 

Documentare l'attività di ricerca.

 

Collegare in rete le diverse realtà ecclesiali impegnate nei servizi alla persona e nella testimonianza della carità.

Favorire il coinvolgimento delle istituzioni pubbliche, prima, durante e dopo l'attività di osservazione.

Inserire all'interno del gruppo di lavoro dell'Osservatorio persone che siano rappresentative della comunità locale ma soprattutto disponibili a crescere.[1]

 

 



[1] “MANUALE OSSERVATORIO POVERTA’ E RISORSE” – Caritas Italiana, 1995.

 

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