Il Laboratorio è lo strumento che Caritas Italiana propone (non impone!) alle Caritas diocesane, per realizzare il processo di animazione e tentare di affrontare e sciogliere alcuni dei nodi suddetti. Parlare di laboratorio vuol dire, anzitutto, riferirsi ad un metodo e ad uno stile di lavoro che:

- mette insieme esperienze e competenze diverse, facendo della loro condivisione, una concreta opportunità di studio e sviluppo;
- punta a condividere significati, valori, linguaggi;
- ricerca e sperimenta soluzioni ai problemi, individua percorsi per raggiungere un fine stabilito;
- verifica e rilegge quanto realizzato per “imparare facendo”;
- costruisce proposte “su misura”, originali, spesso innovative, non “per tutti e nessuno”, ma rivolte a destinatari precisi, che conosce e incontra costantemente.

Un gruppo di lavoro, dunque, composto da persone con competenze diverse, che si riunisce per promuovere la testimonianza comunitariadella carità nelle parrocchie, principalmente attraverso lo strumento pastorale della Caritas Parrocchiale, per “formare” operatori disponibili ad attivare i C.d.A., sensibilizzandoli sui temi della carità e dotando loro degli strumenti didattici ed operativi necessari.

Modalità di lavoro

Il laboratorio opera attraverso la formazione. Ma in un’accezione che ha poco a che fare con la pura trasmissione di saperi in aula. Non si tratta solo di elaborare idee e/o fornire informazioni, ma una formazione che, attraverso l’esperienza, l’incontro, la relazione, la ricerca, la verifica (elementi di ogni percorso educativo), attiva la soggettività delle persone, le mette in movimento.

Una formazione che anima, che produce cambiamento nei singoli e trasforma i loro contesti di riferimento.Il Laboratorio ricerca un equilibrio costante, tra attività che si sviluppano all’interno del gruppo e quelle da realizzare sul territorio. Assumendo come un valore, la composizione di competenze diverse all’interno del gruppo. E’ necessario, tuttavia, coltivare insieme determinate abilità, forse inizialmente non presenti. In particolare quelle attinenti alle sfere:

- dei fondamenti biblico-teologico-pastorali della carità;
- della comunicazione;
- del lavorare in gruppo;
- della lettura della realtà:
- della progettazione;
- della formazione e della realizzazione di percorsi educativi.

È in quest’ottica, in una prospettiva di crescita costante, che si parla di Laboratorio come gruppo di lavoro in formazione permanente, che fa maturare il sapere, il saperessere, il saper fare e il saper far fare. Non si tratta di proporre ricette o modelli, ma di astrarre dall’esperienza viva, criteri ed elementi utili e riproponibili anche in altri contesti. Da quanto detto fin qui, sembra evidente che la promozione della testimonianza comunitaria della Carità nelle parrocchie e sul territorio, è questione di animazione pastorale e come tale ruota attorno ad alcuni pilastri:

a) la relazione/accompagnamento
b) gli animatori/soggetti traino
c) la formazione/percorso educativo
d) il progetto.

Il Laboratorio utilizza il metodo pastorale Caritasper l’animazione: lo sperimenta nella conoscenza della realtà delle parrocchie, nella relazione con i parroci, nella motivazione degli animatori pastorali e lo promuove, accompagnando le comunità ad assumerlo e sperimentarlo a propria volta, in riferimento ai poveri, a se stessa, al territorio e al mondo.

Il Laboratorio è composto da figure individuate per assumere la responsabilità dei processi di animazione. Persone chiamate a far emergere e a valorizzare,attivare quanto esiste. In primo luogo i soggetti traino, individuati all’interno delle parrocchie, nei gruppi, sul territorio, per accompagnare da vicino le realtà.Il Laboratorio opera attraverso un progetto.Perché l’animazione è un processo educativo, fondato su intenzionalità, progettualità e gradualità. Non è sufficiente, sebbene necessario, agire, testimoniare, darsi da fare. Non è spontaneo il moltiplicarsi di sensibilità, attenzioni, disponibilità e azioni. È necessario darsi obiettivi concreti, fissare tempi, stabilire risorse, organizzare azioni, programmare verifiche.

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